Daniele Barbieri/L’Unità

Film sui film, ovvero l'amore per il cinema che porta a celebrare e raccontare il cinema stesso. Gli appassionati non hanno bisogno di esempi; comunque Effetto notte di Truffaut e Nuovo cinema Paradiso di Tornatore sono i primi titoli che vengono in mente. Nel primo caso il protagonista è un film da farsi con il contorno di cast e tecniche; nel secondo al centro sono due appassionati proiezionisti di un cinema di provincia. Finora nessun regista – il forse è doveroso – aveva però narrato la vicenda di una comunità che fortissimamente vuole una sala cinematografica, come simbolo dei tempi nuovi, e coralmente s'impegna a costruirla. Ora questo film c'è, s'intitola Paréven furmighi e sarà presentato al festival di Venezia il 28 agosto, per poi auto-festeggiarsi a Cavriago il 15 settembre nella multisala Novecento.
Ed è la Cavriago del 1950-51 la star di questo Paréven furmighi, ovvero “sembravano formiche”, di Daniele Segre. In quel periodo infatti centinaia di cavriaghesi prestarono volontariamente la loro opera per realizzare a tempo di record, circa 12 mesi, il Cinema Teatro Nuovo. Per loro quella sala da 1000 posti rappresentava l'uscita dai tempi bui della guerra, il desiderio di un'emancipazione collettiva ma anche una piccola sfida al governo Scelba che aveva messo tutti i possibili bastoni fra le ruote a un'iniziativa che puzzava di “culturame” e di “comunismo” (due nemici giurati della Dc di allora). A costruire la storia sono i protagonisti che raccontano in dialetto cavriaghese (il film è sottotitolato in italiano) un'impresa e insieme un'epoca. Un orgoglio, una passione e un impegno collettivo che non sono poi molto lontani, se è vero che, proprio un anno fa, la vecchia sala abbandonata è stata riaperta e riaggiornata come Multi-sala Novecento, ancora una volta grazie all'entusiastico lavoro volontario di moltissimi giovani e non.
Il film è stato prodotto dal Comune di Cavriago, dalla cooperativa Casa del popolo (dove 47 anni fa si riunivano questi cinefili-muratori) e dalla società “I cammmelli” di Daniele Segre, con vari patrocini.
Come in un gioco di scatole cinesi Paréven furmighi ha figliato due altri film (che verranno presentati il 16 settembre): infatti sia gli allievi della scuola di cinema diretta da Segre che quelli della gemellata Ecole des Beaux Arts di Lione sono andati a Cavriago per filmare/raccontare tutto ciò che succedeva intorno e dietro la cinepresa. Da alcuni anni Segre collabora con la Regione Emilia Romagna e questo è infatti il quarto film che gira qui. Dopo Come prima, più di prima t'amerò (sui temi dell'Aids e della sieropositività) nel '95, l'anno scorso ha girato Azienda sanità (le trasformazioni della sanità a Cesena) e Sei minuti all'alba sulle “stragi” del sabato sera. è soprattutto il rapporto fra giovani e disagio sociale che fin dall'esordio (Ragazzi da stadio, sugli ultrà) appassiona Segre: documentarista all'antica ma anche regista moderno che sa vedere oltre gli inganni dell'ovvio.